Amici Di Sempre
Amici per sempre è un album dei Pooh uscito nel 1996, anno del trentennale della band. Alcuni dei brani presenti, in particolare Amici per sempre, La donna del mio amico (singolo) e Cercando di te (singolo), sono diventati molto famosi e spesso riproposti dagli stessi Pooh nei concerti.
Amici Di Sempre
È stato inciso in un periodo in cui i Pooh sembravano sul punto di sciogliersi, a causa di molteplici disaccordi riguardo ad alcune canzoni. Innamorati sempre, innamorati mai originariamente era stata scritta con un testo e un titolo diversi, Chissà se c'è un prato là dove sei adesso, dedicato alla memoria del padre di Stefano, da poco scomparso; gli altri componenti preferirono non trattare il tema della morte. Il silenzio della colomba era invece nata su una melodia diversa da quella in seguito realizzata: questa era composta da Dodi, che di conseguenza avrebbe anche voluto cantarla, ma si ritrovò in minoranza nel gruppo, che sosteneva che la canzone dovesse essere interpretata da Roby; per risolvere il conflitto, Dodi ritirò la propria base musicale e il tema della violenza sessuale venne totalmente riconcepito per sfociare appunto nel pezzo Il silenzio della colomba. La canzone Amici per sempre, scritta da Valerio Negrini, viene definita manifesto da Roby perché, nonostante tutto, nonostante i conflitti e le divergenze, si può essere amici per sempre.[2]
1. È una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare atutti i tentativi perché uno è fallito. È una follia condannare tutte le amicizie perché una ti ha tradito, non credere in nessun amore solo perchéuno di loro è stato infedele, buttare via tutte le possibilità di essere felici solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto. Ci saràsempre un'altra opportunità, un'altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c'è un nuovo inizio.Antoine de Saint-Exupéry
70.Un rapporto d'amicizia che sia fra uomini o fra donne, è sempre un rapporto d'amore. E in una carezza, in un abbraccio, in una stretta di mano avolte c'è più sensualità che nel vero e proprio atto d'amore.Dacia Maraini
90.Credo nell'amicizia nel modo più assoluto. L'amico è come il compagno di reggimento che in piena battaglia ti sta al fianco pronto a darti una mano.Nel cinema, a Roma? L'amico non esiste. Non l'avrai mai al fianco. Caso mai di fronte, pronto a spararti addosso.Ugo Tognazzi
ESCLUSIVA LALAZIOSIAMONOI.IT - "Non riusciamo ancora a crederci, forse ce ne faremo una ragione solo quando lo vedremo all'Olimpico contro l'Atalanta". Ascanio e Jacopo sono due dei migliori amici di Luca Pellegrini. Hanno conosciuto il neo terzino della Lazio quando calcava i campi dei settori giovanili in giro per la Capitale. Un'amicizia lunga e duratura che ha resistito anche alla distanza e agli impegni di lavoro. La carriera di un calciatore, infatti, è ricca di soddisfazioni, ma spesso porta soprattutto i più giovani distanti da casa. Questo è il caso di Luca che è passato per Torino (sponda Juve), Cagliari, Genova (in rossoblù) e Francoforte ma è rimasto sempre lo stesso. "Sottolineatelo che non è mai cambiato. Il successo, il fatto di avercela fatta non ha mai cambiato la splendida persona che è. Spesso i calciatori si montano la testa, non è proprio il caso suo che per noi sarà sempre lo stesso ragazzino che giocava con noi a pallone per strada con la maglia di Di Canio. Il pensiero di vederlo in campo con quella maglia è una cosa che ci riempie d'orgoglio. Uno di noi ce l'ha fatta a realizzare i suoi sogni. Un po' è come se il suo sogno fosse anche il nostro". Già perché l'amore per la Lazio nasce quando Pellegrini è piccolo. In famiglia sono tutti tifosi biancocelesti e la conferma arriva anche da Ascanio che con l'amico fraterno condivide anche un tatuaggio: "Io giocavo con lui nel settore giovanile della Roma. Io e lui eravamo tifosi della Lazio e spesso nello spogliatoio ci prendevamo in giro con altri bambini della Roma, come è normale che sia a quell'età".
LA FEDE E IL DERBY IN CURVA - Basta guardare gli occhi di Pellegrini, la voce rotta dall'emozione e la sua incredibile voglia di venire alla Lazio per capire che quando sei un tifoso non ci sono ostacoli che tengono. Le polemiche e le vecchie interviste lasciano il tempo che trovano come sottolineano i due: "Luca è un professionista. Anche se tifa Lazio, è legato alla società Roma per quanto gli ha dato a livello calcistico. Se oggi gioca in Serie A è anche merito loro che hanno sempre creduto in lui. Normale che non potesse dire prima per quale squadra facesse il tifo, ma quando c'è stata l'occasione non si è nascosto". La sua voglia di indossare la maglia con l'aquila sul petto fa capire tutto: "Non ha mai guardato ai soldi, voleva solo la Lazio. Per lei ha rinunciato a tanti soldi, una cifra che le persone normali guadagnano in quindici anni di lavoro. Lui non ci ha pensato un attimo, pensate quanto tiene a questi colori". Gli amici ci raccontano anche un aneddoto: "Siamo tutti laziali. Uno degli ultimi derby, non vi possiamo dire quale, siamo stati anche in Curva Nord a vedere la partita. Tra l'altro anche un derby vinto. Lui era con noi ed è stato pazzesco vivere quella partita con lui".
FUMATA BIANCA E LA FESTA DI IERI - Due mesi lunghissimi fatti di tira e molla e poi la grande gioia di ieri. Luca Pellegrini ha comunicato personalmente la cosa a tutti i suoi amici: "Una giornata infinita. Ci ha videochiamato a tutti e ci ha fatto uno scherzo. Ci ha detto ragazzi, ho fatto di tutto ma alla fine niente da fare. Noi non volevamo crederci, ma sappiamo che spesso nel calciomercato queste cose possono succedere. Poi ci ha detto, ragazzi volevo dirvi anche che... 'Sono ufficialmente un nuovo giocatore della Lazio'. Noi siamo esplosi e abbiamo festeggiato, abbiamo lasciato tutti i nostri lavori e siamo corsi all'aeroporto. Lui non se lo aspettava proprio e quando ci ha visto si è commosso. Poi dopo siamo andati a casa sua con le maglie, le sciarpe e i fumogeni per una grande festa. Lui continuava a dire 'Non ci credo, non riesco a realizzare. Sono troppo emozionato'. Anche la famiglia era super contenta. Alla fine ci ha urlato un bel FORZA LAZIO. Siamo curiosi di vederlo domani contro la Juve, ma è chiaro che l'emozione più grande sarà all'Olimpico con l'Atalanta. Chissà lo stadio e la Curva come lo accoglierà e soprattutto chissà lui quanto sarà emozionato".
LAZIO LAZIALE E SARRI - Con Luca Pellegrini, la Lazio aumenta di un tassello la lazialità all'interno dello spogliatoio. Jacopo e Ascanio svestono per un attimo i panni degli amici e parlano da semplici tifosi: "Quest'anno si respira un'atmosfera particolare. C'è tanto attaccamento alla maglia, alla squadra. Andare allo stadio è bellissimo e si vive proprio una realtà meravigliosa. Poi ci sono Cataldi e Romagnoli che si capisce che sono tifosi. Alessio con la Lazio ha proprio una marcia in più rispetto a quando era al Milan e sicuro anche per Luca sarà lo stesso. Immobile e Radu sono due tifosi aggiunti e Sarri è il maestro di tutto questo". Il tecnico biancoceleste è stato determinante per il buon esito dell'operazione: "Il mister ha voluto fortemente Luca. Ci ha parlato e anche lui voleva tornare a lavorare con Sarri. Si erano incontrati quando l'allenatore è arrivato alla Juve, ma Pellegrini era veramente piccolo ed è giusto che sia andato altrove a fare esperienza. Luca ne ha sempre parlato bene ed è rimasto affascinato dal suo modo di fare, non vede l'ora di iniziare a lavorare con lui". Saranno sei mesi intensi per la Lazio e per Pellegrini con tante gare e lui è chiamato a dare una mano: "Fisicamente è perfetto. Sta bene, poi vabbé giocare per la Lazio ti fa passare tutto guardate Romagnoli. Siamo convinti che lui darà tutto perché era tutta la vita che sognava questa maglia e ora farà il massimo per conservarla".
Phil è un ricco tetraplegico che vive in un lussuoso attico a Manhattan ed è in cerca di un badante che possa aiutarlo. Tra i tanti aspiranti si presenta Dell, non per farsi assumere, ma solo per ottenere una firma che attesti la sua partecipazione al colloquio da presentare al suo ufficiale di custodia. Nonostante il parere contrario della sua assistente Yvonne e malgrado il fatto che Dell non abbia alcuna formazione e qualifica per il posto, Phil decide di assumerlo. A dispetto delle differenze sociali e culturali, tra i due uomini con il tempo si instaura una forte ed improbabile amicizia.
Con le recensioni di libri italiani è peggio, perché succede che spesso sono scritte da recensori che conoscono il recensito, e quando scrivi di qualcuno che conosci è inevitabile adoperare garbo e cautela, due atteggiamenti nemici della schiettezza e amici di Vincenzo Mollica.
Facebook (sempre sia lodato) mi apre una finestra su ambienti che, per limiti miei intellettuali oltre che per distanza geografica, non potrei mai frequentare: i legami si palesano in un paio di clic, ed è facile accorgersi che gli scrittori e gli intellettuali capaci in questo momento di fare presa sul web italiano sono più una comitiva che una comunità.
Ah, le sagre paesane: chi non le adora? L'odore del cibo cucinato all'aperto (salamella, polpo, bistecca chianina... fate voi!), gli amici di sempre e l'immancabile pista da ballo liscio. Adesso trasferiamo il tutto in un luogo sperduto in Messico: ci sono Ford Mustang impolverate, il profumo penetrante del chili. La tequila scioglie muscoli e sorrisi, sul palco salgono dei Mariachi che ti sembra di aver già visto qualche notte fa: il basso si muove felpato mentre le coppie iniziano le giravolte, il sassofono canta caldo, le chitarre si lanciano in segretissime missioni surf. 041b061a72